Autore
Remo RosatiAnno
1998 -2001Luogo
Arezzo/provinciaTempo di lettura
3 minutiLe mie avventure
XXI
Posso dir fino a l’ultimo momento l’un dietro l’altro c’eravamo uniti, ma dopo l’urto del bombardamento che ci a lasciati mezzi sbalorditi. Io di girarmi non ho avuto tempo spinto da l’urto di gente impauriti. Da qui di dietro, spinto e speronato fin che qui solo, mi son ritrovato
XXII
Incrociamelo qua e la per i giardini vagava il Gracci fra la folla muta come la chioccia in cerca dei pulcini dino a trovare faccia conosciuta. Poi che il Prato non ha vasti confini, in poco tempo la settaccia e scruta. Con la fisionomia ch’egli detiene in poco tempo ci rimise insieme.
XXIII
Poi ricalammo giù verso la porta dove inizia la vecchia provinciale detta via Libia ch’è quella più corta dato che a piedi si dovea tornare. E con cadenza cauta e bene accorta ci riparammo dietro un cascinale. Chi saperne di più gli sara grato, nell’altro canto gli sarà spiegato
 
Canto III
I
E così appena calata la sera non esitammo a prendere il viaggio pronti a forzare qualsiasi barriera di cui vietato c’avesse il passaggio. Si sarebbe rischiato la galera, o ben peggio che dir, non ho coraggio. Poi che il buio copriva ogni sospetto ci dirigemmo versi il Chiavaretto.
Che dir non hò coraggio. Mi riferisco alla morte
II
Come un piccolo gregge spaurito si battea il piede sulla strada bianca, sempre più lungo sempre più spedito finchè concesso c’è l’avesse l’anca. Così un passo così tanto scalfito al silenzio faceva risonanza. Dopo due ore di marcia diretta il Gracci si appicciò una sigaretta.
III
La marcia si fermò, mentre il rumore lo si sentiva sempre più violento, vedemmo, Arezzo avvolto ne bagliore di nuovo sotto ad’un bombardamento. Poveri noi, se la strada migliore non si fosse scelta in poco tempo. Se avessimo deciso di restare chissà qual sorte ci potea toccare.
IV
Contenti della nostra decisione riprendemmo il camin sempre più fieri, fino al Chiavaretto, cui dispone una stazione dei carabinieri. Che sulla strada con poche persone ce n’eran tre; Ci presento i pensieri. Ma il GRacci disse, se sbarran l’accesso si spingon fuori, e si passa lostesso.
V
Sebben facesso parte al suo operato del nostro umore si resero conto che talvolta che si era disertato s’era disposti per qualsiasi affronto. Senza esitare ci anno salutato per altre cose ci fecion lo sconto. Continuammo così in nostro viaggio con maggior forza, e con maggior coraggio.