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Autore

Raffaele Favero

Anno

1967 -1983

Luogo

Como/provincia

Tempo di lettura

7 minuti

Rafiullah: via da Milano tra i mujaheddin

Partito da Kabul con l’intenzione di andare direttamente in India, a Peshawar mi sono ammalato: mi sono preso l’epatite virale.

BANNU, circa l’11 gennaio 1968

Carissimi genitori, ora sono in Pakistan, cioè è già un mese che sono qui in questo paesino situato tra il Baluchistan e il Punjab. Partito da Kabul con l’intenzione di andare direttamente in India, a Peshawar mi sono ammalato: mi sono preso l’epatite virale. Un vecchio santone mi ha raccolto e mi ha portato nella sua povera casa in questo paesino e mi ha curato. Ormai sto bene e spero in 15 giorni ancora di rimettermi completamente in sesto. Il medico del villaggio è molto bravo, è inglese, mi fa un’iniezione al giorno, mi dà le medicine e pian piano riacquisto le forze e il colore giallo sulla pelle se n’è andato completamente. Non preoccupatevi ora sto benissimo. Tutto passato! Devo confessare che sono stato piuttosto sfortunato ma non tutto il male vien per nuocere perché proprio qui ho trovato quel qualcosa che cercavo: le parole, la compagnia e il modo di vita del santone (barba e capelli lunghissimi) mi hanno insegnato un mucchio di cose. Come al solito la gente è affettuosa, povera ma genuina e di largo cuore, il paesaggio qui è accogliente, caldo molto verde (siamo vicini alla giungla), ci sono elefanti, cammelli e un sacco di animali e piante strane. Le case sono quelle dei coloniali inglesi, bungalow, ecc... Naturalmente qui non si è festeggiato il Natale. E voi l’avete passato felicemente? E il primo dell’anno? Ho intenzione di stare qui ancora un mese, poi andrò in India, indi in Nepal, ritornerò in India e a Bombay spero di trovare un imbarco per l’Italia. Ad ogni modo non tornerò prima di giugno o luglio.

Vi prego di scrivermi vostre notizie a questo indirizzo (vedi retro) e vi raccomando di non preoccuparvi perché ora sto bene.

BACI BACI a Papà, mamma e Patrizia sempre presenti nel mio cuore.

AUGURI di buon ANNO

Vostro Raffaele detto RAFIULLAH KHAN

LB-ADN-Favero-170320
La lettera inviata da Raffaele da Bannu l'11 gennaio 1968, fotografata da Luigi Burroni
BANNU, giornata di semisole, clima notturno freddo freddino, di giorno calduccio caldo, inverno tropicale

BANNU, giornata di semisole, clima notturno freddo freddino, di giorno calduccio caldo, inverno tropicale

Cara Famiglia,

è mattino, il sole illumina dalla porta aperta questo bianco foglio che ORA è qui ed anche ORA è lì davanti ai TUOI occhi di componente della famiglia Favero che stai leggendo per primo (forse a voce alta) le notizie da RAFFAELE scappato (?) di casa per una vita senza partecipazione sociale. Il postino, un vecchio con lunga barba grigia, turbante sporco, fucile e cartucciera a tracolla mi porta la VOSTRA attesa lettera e subito se ne va “Salam alaikom!”. Finisco di bere il tè del mattino e appartandomi di un metro e mezzo dal mendicante (MAGINU BABA), dal mio maestro-santone (SAINBABA) e dal suo “CELA” (studente servitore di nome GAGHINI KHAN) comincio a leggere le vostre notizie tra la felicità di tutti! Sono veramente rattristato per la tristissima scomparsa del carissimo Armando: la notizia è quasi inverosimile: solo due mesi fa l’avevo visto in Turchia felice con la SUA famiglia raccolta; la VITA è veramente una COSA stranissima, si viene, si gioisce un poco, si soffre, si muore e tutto CONTINUA fuori come se la commedia non fosse finita. Condoglianze a Cleofe e RICORDO di Raffaele nella sua preghiera vespertina affinché l’INVISIBILE dia LIBERAZIONE (requiem aeternam) all’ANIMA (l’altra “cosa” che è in noi oltre il fisico) del cugino Armando. Naturalmente ho messo da parte un momento l’infelicità per poter continuare a leggere a CUORE aperto i VOSTRI atti sulla terra. Sono felice che abbiate passato un natale a Bormio e magari avete mangiato anche la POLENTA (sospiro); Bormio, villaggio della MIA infanzia-giovinezza, PRATI VERDI, PRATI ECHEGGIANTI, UN DOLCE SCAMPANIO DI MUCCHE, BAITE E PROFUMO DI PINO, RESINA, RUGIADA SULLA MULATTIERA MATTUTINA CHE PORTA AGLI ALTOPIANI SENZA ALBERI, SOLO PRATI E CIELO, TANTO CIELO AZZURRO FRESCO. Ti ricordi PAPÀ, caro mio vecchio papà le nostre gite alla Capanna Marinelli, noi due soli sui sentieri che rumoreggiavano con i ruscelli freschi. La Capanna Pizzini, la pioggia e la Capanna Casati, fumo e caldo dentro, profumo di mangiare, salame insieme, tutte le montagne per noi due papà. Sì padre, sono ancora in Pakistan, non sono ancora arrivato in India ma non ho fretta: sappi che il MIO viaggio non è turistico, tanto meno RAID con jeep 20 000 km IN MACCHINA MILANO CALCUTTA, inviato speciale ecc. ecc... Il mio pellegrinaggio in ORIENTE è lento e solitario, io VIVO qui, non passo per di qua e poi vado là, no, io vivo qui con questa gente e per di più vivo con i POVERI e col SANTO: vesto come loro, imparo la loro lingua, mangio quel poco che loro preparano per se stessi e danno a me: il LORO ospite amico RAFIULLAH KHAN. Voi lo sapete “perché” sono partito: per un qualcosa che si chiama CAMMINO VERSO L’IDEALE ILLUMINAZIONE, INTELLIGENZA DI TUTTE LE COSE, DIO (?), SOPRATTUTTO AMORE PEOSIA FILOSOFIA ed IO vi dico che il Santone (qualifica: DERVISH, ultimo gradino della catena d’iniziazione verso Hel-Nur (LUCE) dell’esoterismo islamico) mi ha dato “qualcosa” che mi soddisfa! Perciò cara MAMMA (madonna del tuo Raffaellino biondo capriccioso e testardo, ma in fondo sorridente con la “bociapiccola” rossa sulla manina) NON ANGUSTIARTI e vivi felice perché tuo figlio STA BENONE. (SITUAZIONE CLINICA: epatite completamente finita, forze rigenerate, mente CONTORTA come al solito ma dura e in buona salute, temperatura normale, colore urina normale, pressione normale e cuore normale). Ti prego, mamma, non soffrire più per me, pensa che sono in luoghi favolosi (li hai visti nelle diapositive dei sig. Pellegrini) colorati antichi santi e caldi lussureggianti, che sono in ottima salute e spesso di notte sono cullato da TE con amore perché a 3 anni, diciotto o ventitré, IO sono sempre il TUO BAMBINO BIONDO BELLO CAPRICCIOSO RIBELLE INTELLIGENTE BATTERISTA FAMOSO PAZZO CHE FA SOFFIRE MA PUR SEMPRE RAFFAELE CHE TI VUOLE BENE prima (senza sapere), ORA (sapendo), DOPO (facendotelo vedere con abbracci carezze baci e dolci poesie per TE MAMMA...) E PATRIZINA? non sento notizie da LEI. È lì presente in questo momento? A TE sorellina BUONA (LA BONTÀ È LA MIGLIOR “COSA” AL MONDO) un affettuoso augurio per i tuoi studi e una preghiera affinché TROVI FINALMENTE CALDO AFFETTO AMORE SERENITÀ NON PIÙ LACRIME. PATRIZIA LA FELICITÀ ARRIVA. ANCHE ALL’AMICA BARBARA.

LB-ADN-Favero-170332
La seconda lettera inviata da Raffaele da Bannu, fotografata da Luigi Burroni