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Autore

Raffaele Favero

Anno

1967 -1983

Luogo

Como/provincia

Tempo di lettura

3 minuti

Rafiullah: via da Milano tra i mujaheddin

Lettere originali di Raffaele Favero
Lettere originali di Raffaele Favero
Rimasi a Istanbul 15 giorni (i dollari diminuivano) così un bel mattino, tirai su Carlo e Sabine e scappai verso il traghetto del Bosforo.

Theran (Persia) circa il 4 novembre
Carissimi genitori e sorella,
finalmente vi scrivo e questa volta ho molto da raccontarvi. Come avrete notato l'itinerario della via verso le indie ha subito un profondo cambiamento.
Partii da Milano alle 8 di sera: l'equipaggio era così composto: io, l'Antonio, Clara e Caroline (2 ragazze mie amiche che all'ultimo momento decisero di venire con me), in meno di 4 giorni entrai ad Istanbul, che mi si presentò come la porta dell'oriente per quella sua strana aria di confusione tra mentalità occidentale e orientale (araba). Come già vi dissi, il viaggio fino ad Istanbul andò benissimo: neanche una noia tranne le mie 16 ore di guida al giorno.
Ad Istanbul cominciarono i casini. 1) l'Antonio, colto da crisi depressive desiste dall'idea del viaggio e se ne torna in Italia. 2) le ragazze sono sempre più rompiballe (non erano abituate ad una vita sregolata) 3) incontro Carlo e Sabine, quei miei vecchi amici che fin dall'inizio dovevano partire con me e il Giovanni ed a causa del ritardo del mio libretto tentarono di raggiungere la meta in autostop (varie peripezie li fecero tornare indietro e il caso volle che si ricongiungessero con me).
Rimasi a Istanbul 15 giorni (i dollari diminuivano) così un bel mattino, tirai su Carlo e Sabine e scappai verso il traghetto del Bosforo. Fui subito ad Izmit qui andai alla Turk Pirelli dove trovai la famiglia Giacomelli al completo (ndr cugini). Si sono sistemati proprio bene, e felici di vedermi hanno offerto a me e ai miei amici un ottimo pranzo all'italiana, ci fecero fare il bagno e ci diedero persino 120 lire turche (circa 12 dollari). Armando è contento della sua nuova posizione (è uno dei 4 dirigenti dello stabilimento turco che conta ben 8000 operai). Cleofe è entusiasta della nuova casa: una villetta con tanto di giardino, patio, 8 o 10 stanze situata in una zona residenziale di europei trasferiti in Turchia per lavoro direzionale. Le bimbe vanno in bicicletta. I Giacomelli vi mandano tanti saluti baci e ricordi.
Da qui il viaggio diventa più difficile: la Turchia è tutta montagnosa e da Ankara in poi le strade sono piuttosto brutte (quando sono belle sono come quella per Livigno!). Pur guidando tutto il giorno riesco a percorrere solo 300 km al giorno. Pioggia e freddo: di notte si dorme poco per via del gran freddo (-8 di notte) e per il rumore dei carri armati.